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sabato 9 dicembre 2017

CORRADO AMBROGIO E S.FRANCESCO IN ESPOSIZIONE A CUNEO

 
            Sono stato in S, Francesco a vedere la mostra “Moltitudini raccolte – Mostra Antologica di Corrado Ambrogio”. La vista interna ed esterna  di S, Francesco è sempre, da sola, un vero spettacolo. Attrezzato da più di 1300 taglia fieni girati in sù  a far teste di Guerrieri, più altre serie di “objets trouvè” quali le camicie lacere a rappresentare “gli Immigrati” e le tante forme di legno per scarpe a rappresentare la “Shoah”S. Francesco appare veramente un pezzo della mostra.   Corrado Ambrogio ha scoperto la forza dell’accumulazione e la sa usare collocandola negli spazi più adatti per farne risultare la suggestione.  Ieri, per esempio, era  il cortile della Castiglia di Saluzzo, oggi è S.Francesco di Cuneo. Mettere insieme ordinati e coperti tanti oggetti come tanti corpi (si pensi ai balletti o alle sfilate militari), operazione che io chiamo accumulazione, crea sempre una impressione fortissima.   Sono  diffuse, in gallerie e musei, le installazioni che usano l’ accumulazione di centinaia di oggetti  (per esempio:  “La venere degli stracci” di Pistoletto) ma la installazione realizzata da Corrado Ambrogio in S. Francesco è veramente imponente e – a parer mio – in quel contesto storico ricorda le adunate dei cuneesi in armi per i famosi assedi, proprio in quel luogo, secoli fa.                 
         Ambrogio ha poi disseminato il grande e movimentato spazio di S. Francesco di altre sue opere realizzate come cose morte, dato il loro funebre colore, ma volute vive dal loro autore attraverso i titoli loro attribuiti : peraltro gli oggetti singoli sono pochi. Sovrasta la forza delle accumulazioni che Corrado Ambrogio usa abilmente anche perchè in questa mostra ha avuto la fortuna di realizzarla in quello spazio magico che è il S. Francesco di Cuneo .       A.S.
                                                  FISCHI POSITIVI 9 (NOVE) 

lunedì 4 dicembre 2017

"AMERICAN BUFFALO" al TEATRO TOSELLI DI CUNEO

 
            Io ci ho capito un cazzo di quanto, intercalato tra tanti “cazzi” e “cazzate”,  si sono detti i tre personaggi di “American Buffalo”: un atto unico del famoso David Mamet rappresentato il 4 Dic. corrente al Teatro Toselli.  Però sta di fatto che Maurizio De Giovanni, protagonista dai capelli alla Rasputin, e regista dello spettacolo presentato dall’Eliseo di Roma teatro romano diretto da Luca Barbareschi, insieme ai suoi compagni Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato  sono stati bravissimi. Su un soggetto un po’ scontato (il mondo della degradazione umana a Chicago come a Napoli, peraltro visto con pietas ) da veri uomini di teatro hanno saputo creare un tensione, sempre in attesa che qualcosa succedesse, che è stata avvincente per tutta l’ora e venti minuti dello spettacolo.  Questo è vero teatro.
            Gli applausi sono stati calorosi e le chiamate alla ribalta  numerose,  ma questo per me non ha molta importanza perchè sono sempre più convinto che i miti cuneesi applaudono tutto. L’importante per me è di non aver perso tempo (come talora mi succede di pensare dopo aver visto certi spettacoli  nelle stagioni teatrali del Toselli)  e di avere visto un bello spettacolo.  A.S.

                       FISCHIO POSITIVAMENTE OTTO (8) VOLTE 

mercoledì 22 novembre 2017

CONCERTO DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO DEL CONSERVATORIO G.F. GHEDINI

          E' mezzanotte di Mercoledì 22 Nov. 2017  e sono appena ritornato dal Toselli dove ho ascoltato un piacevolissimo concerto della Orchestra degli allievi del Conservatorio musicale di Cuneo G.F. Ghedini.
       Un grande, meritato successo. Questa orchestra di giovani e giovanissimi nello stile di altre orchestre giovanili come la Mahler Orchestra (fondata da Claudio Abbado) o la Cherubini Orchestra fondata da Riccardo Muti,  manifesta un impegno fatto di molto studio sotto la direzione del suo direttore ed insegnante di direzione d'orchestra M° Gian Rosario Presutti, e sopratutto suona con entuasiasmo. Il risultato si è sentito in un programma di alto livetto artistico: la Ouveture da "Le nozze di Figaro" di W.A. Mozart, la Sinfonia n. 1 di L. van Beethoven e sopratutto il Concerto n. 1 per violino ed orchestra di Nicolò Paganini dove tra difficoltà trascendentali e slanci lirici è rifulsa la straordinaria bravura del violino solista Indro Borreani.  Diplomato a piani voti proprio nel Conservatorio Ghedini, giovanissimo di bell'aspetto,  con un violino di bella, sonora e calda voce, suonando tutto a memoria lo spartito paganiniano irto di difficoltà tecniche che solo lui, il genovese,  riteneva di poter suonare, Indro Borreani, nostro concittadino, è apparso destinato ad una luminosa carriera concertistica. Gli applausi che ha meritatissimamente ricevuto sono stati grandissimi e prolungati come quelli rivolti alla Orchestra di cui il nostro conservatorio Giorgio Federico Ghedini ed il suo attuale direttore Prof. Alberto Borello,  possono andare ben orgogliosi.  A.S.
                                     FISCHIO POSITIVO NOVE (9) VOLTE
                                                                                  

GALOIS al TEATRO TOSELLI di CUNEO

           Ieri sera, 21 nov. 2017, al Teatro Toselli di Cuneo  ha avuto inizio la stagione teatrale 2017/18. La "fornitura" degli spettacoli che si succederanno fino alla primavera del 1918, è rimessa come sempre alla direzione del Teatro Stabile di Torino che spesso rifila al capoluogo della Provincia Granda, spettacoli in cui è "interessata" direttamente od indirettamente. Così è stato per lo spettacolo di apertura della nostra stagione teatrale: GALOIS.  Un monologo di Paolo Giordano (autore premiato ma per un libro) con la interpretazione e regia di Fabrizio Falco.  Il monologo è - secondo me - lo spettacolo teatrale più difficile da rappresentare perchè fa ricadere su un solo attore le idee, l'azione e gli effetti che sono i mezzi comunicativi di un testo teatrale.  Qui il testo era debolino ( la fine di Evariste Galois, morto in un duello la notte successiva al giorno in cui riuscì a mettere su carta il nucleo di quella che divenne la sua omonima teoria matematica) :  il dramma esistenziale di un giovane che deve scontrarsi con la morte non aveva parole nè azioni adeguati (se non quelli di isolati tocchi campane e scoppi di tuoni - peraltro ben realizzati -).   Purtroppo il giovane interprete - Fabrizio Falco -  ai miei occhi appariva scolastico e ben poco efficace a rendere la peraltro  debole  drammaticità  del testo. .   Di regia, tolta la comparsa di un oscuro fantasma, non se ne può parlare. In conclusione un'ora spesa inutilmente per chi cerca idee e divertimento.   A.S.                  
                                 FISCHIO NEGATIVAMENTE  5 VOLTE 

lunedì 11 settembre 2017

MOSTRA DI PIER GIUSEPPE IMBERTI


         Ho visitato a Cherasco l’antologica di Pier Giuseppe Imberti.  Intanto dico subito che la mostra è stata curata molto bene sia dal lato culturale  (con un ricco catalogo di Cinzia Tesio) che dal lato organizzativo e/o espositivo dalla Citta di Cherasco, nel suo bel palazzo Salmatoris  e dal noto gallerista cuneese Fabrizio  Quiriti.
          La mostra ha un titolo :”Tensione fra forma e colore” .  La tensione delle bende e dei fili  misteriosamente  tesi  in un immoto andare, c’è tutta. Così pure  lo squillante colore delle “tele”   del secondo piano della mostra.  Il tutto in una politezza, in un ordine mentale e manuale che consente al visitatore di sentire una pace astratta : quella del tempo delle sale storiche di Palazzo Salmatoris e quella  delle macchine silenziose di P.G.Imberti.  
       Ho avuto già  altre occasioni di interrogarmi  su  un diffuso modulo di arte moderna:  quello cosidetto “astratto” perché  non ricollegabile ad un riferimento concettuale. Mi è parso un modo di fare arte pericolosamente equivoco.
       Poi mi sono imbattuto  nel pensiero di Benedetto Croce  la cui opera “L’estetica” contiene teorizzazioni  che saranno pur superate ma che in ogni caso pongono domande sempre attuali.
     Croce premette : “La conoscenza ha due forme: è o  conoscenza per la fantasia o conoscenza per l’intelletto; conoscenza dell’individuale o conoscenza dell’universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è insomma produttrice di immagini o produttrice di concetti. Poi scendendo a definire l’origine dell’arte  conclude che “l’arte è dominata unicamente dall’immaginazione. Le immagini, sono la sua ricchezza. Essa non classifica oggetti, non li definisce reali o immaginari, non li qualifica , non li determina. L’artista li sente e li presenta – nient’altro “.   Quindi è l’immaginazione che precede il pensiero e – secondo me-  è quello che è successo a Pier Giuseppe Imberti e rende sincere le sue immaginazioni.

ANTONIO SARTORIS FISCHIA POSITIVAMENTE  8 VOLTE   

IL CAMION GIALLO




       Ho comprato e letto il libro di Fabrizio Pellegrino <IL CAMION GIALLO – Frammenti di memoria> Editore Nerosubianco – Cuneo 2017.  Non mi è piaciuto, ma mi sembrava indelicato verso un amico e stimato intellettuale, caduto in disgrazia,  infierire con una stroncatura. Ho preferito accogliere l’esempio di Enrico Filippini, come lo giudica Umberto Eco: “Era tra coloro che stroncano solo con il silenzio,  perché ritengono che scrivere potesse essere un atto di comprensione e di tenerezza". A.S.
                                                      FISCHIO NO  7 VOLTE

martedì 11 luglio 2017

CUNEO MAPPING

 
     Confesso che ho avuto sempre molte perplessità sulla auto proclamata qualità di “associazione culturale” della cuneese ALL 4U anche perchè ella si dichiara “associazione senza fine di lucro” (sic) .  Le iniziative che avevo visto fino ad ora  (De gustibus, Pastà ed anche un ibrido festival cinematografico ) mi sembravano avere ben poco di culturale, e per quanto  sono certamente  costate e hanno reso, di lucro ne hanno molto.
    Poi l’altra sera, sabato 8 Luglio, ho visto lo spettacolo di CUNEO MAPPING  realizzato appunto dalla associazione ALL 4U e debbo dire che sono stato ammirato.  Avvalendomi di Wikipedia dirò che “il video mapping, per suggestione dall'inglese projection mapping e dal francese mapping vidéo, é una tecnologia multimediale che permette di proiettare della luce o dei video su superfici reali, in modo da ottenere un effetto artistico ed alcuni movimenti inusuali sulle superfici interessate”.  A Cuneo  tale superficie era la  facciata del Tribunale di Cuneo che troneggia nella grandiosa Piazza Galimberti).  Spiega Wikipedia : “ Attraverso l'uso di software specifici, i volumi delle facciate vengono disegnati e riprodotti  con potenti proiettori. Il software è in grado di proiettare diverse clip video contemporaneamente, combinando uno o più proiettori insieme, a seconda della dimensione della superficie da "mappare".
     Conoscevo già tale procedimento che ho visto usato in alcuni spettacoli nel mondo.  Nel  Word Fest-Fest -  Festival delle feste nel mondo, la Fondazione casa Delfino che lo ha inventato e lo realizza ogni anno, sono già stati proiettati documentari su grandiose realizzazioni di mapping – per esempio a Sidney, a Londra etc.) ma vedendolo dal vivo ne sono stato affascinato come mi pare lo sia stato  il vasto pubblico che vi ha assistito.
Ho voluto saperne di più: lo spettacolo è stato realizzato dalla Plasmedia di Nicola Prato di Foligno ed è costato circa 7.000,00 euro.  Credo molto ma molto meno di cosa costa  l’Illuminata, di cui peraltro non è mai stato reso pubblico un bilancio degli incassi, della loro fonte, e dei costi.
      Sta di fatto che “Cuneo mapping” per me è stato un bellissimo spettacolo il cui contenuto culturale è nella sua stessa comunicazione al pubblico cuneese e che nella sua ampia duttilità e varietà di contenuti (in questa prima edizione, un ricordo di Bruni, Peano e Galimberti c’era già)  può istruire e divertire .     
                               FISCHIO POSITIVAMENTE 8 VOLTE  

Antonio Sartoris


domenica 2 luglio 2017

GIOVANI PER L'ARTE , un grande merito dell' ASSOCIAZIONE RICERCARE



          Non cesso mai di stupirmi di quante iniziative culturali  si nutra la nostra Provincia di Cuneo.  Concerti, conferenze, mostre:  tutti giorni ne trovi annunciata una o più di una  e magari contemporaneamente, il che non è bello e si potrebbe evitare con un po’ di coordinamento.  Purtroppo il pubblico che partecipa a queste attività è diviso settorialmente  ed è fedele solo a tipi di argomenti  e non ad altri, o a tipi di organizzatori e/o artisti e non ad altri.  Manca un circolazione di soggetti ed oggetti di queste attività culturali e probabilmente è anche da ciò che deriva un basso livello delle idee e relative proposizione delle stesse con la conseguenza  di una mancanza di crescita culturale nella generalità del pubblico.
          In questo mare  di proposte  ho scoperto la ASSOCIAZIONE RICERCARE   che con la direzione artistica ed organizzativa dei Prof.ri Anna Galliano e Francesco Olivero  realizza ogni anno una stagione di concerti con il titolo di GIOVANI PER L’ARTE.
E’ una attività veramente benemerita perchè  consente a giovani musicisti, ricchi di talento e di una seria preparazione professionale,  di esperimentare il contatto con il pubblico e quindi arricchirsi non solo di teoria ma di pratica esperienza .  Già questa attività sarebbe motivo di grande merito  degli organizzatori della “Assoc. Ricercare” ma a questo si aggiunge l’intento, pure molto encomiabile, di realizzare questi concerti in luoghi della nostra Provincia artisticamente validi,  e per lo più poco conosciuti.  Per esempio S. Fiorenzo di Bastia, S. Vittoria d’Alba, una sala di conferenze a  Sommariva Bosco  
       Io personalmente e come Presidente della Fondazione Casa Delfino di Cuneo sono molto grato alla Prof. Anna Galliano, musicista di grande valore e  capacità didattica, di riservare, ormai da qualche anno,  l’esecuzione di almeno uno o più dei concerti della ricca stagione concertistica di “Giovani per l’ Arte” nella sede della Fondazione, in Cuneo, C.so Nizza n. 2.
Di questi concerti della stagione 2017  è già stato eseguito  nella sala grande della Fondazione Casa Delfino, domenica 11 Giugno scorso,  quello del duo Alberto Navarra, flauto e Davide Bertolotto pianoforte, giovani che si possono ormai considerare autentici concertisti
         Vi saranno poi altri concerti interessantissimi : domenica 9 Luglio alle ore 21  nel santuario del Tavoletto di Sommariva Perno, suoneranno “musica nuova” il Philip String Quartet e la Corale di Sommariva Bosco e a settembre  il Festival chitarristico “Sola chitarra 2017” con altri tre concerti.  
  Come faccia la prof. Anna Galliano, in questi tempi di grave siccità di aiuti pubblici e privati, a realizzare tutto questo è per me un mistero,  ma merita veramente
                                       9 (NOVE) FISCHI DI APPROVAZIONE

                                                           Antonio Sartoris

mercoledì 28 giugno 2017

IO AMO ANCHE LA NATURA POVERA - In margine alla Mostra della GAM a S. Francesco di Cuneo



       Oggi mi addentro in un tema culturalmente minato: l’arte informale. Di questa bisogna trattare parlando della mostra che  per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo si è inaugurata  il 27 maggio u.s. e si protrarrà fino al 22 ottobre p.v. nel nostro bel S. Francesco.
 Già il titolo mi rende perplesso: “IO NON AMO LA NATURA – Pop Art italiana dalle collezioni della Gam - Torino “.  Non è propriamente   un invito per il  visitatore che – come me -  ama la natura.  Chi non ama la natura sarà l’organizzatore probabilmente, la GAM di Torino, e si vede,  perché gli oggetti esposti hanno ben poco da fare con la natura, anzi criticano, si oppongono alla natura e/o alla realtà. Vi è poi un sottotitolo della mostra “POP ART ITALIANA”,  che vorrebbe essere più esplicativo. Io sapevo che l’arte Pop è nata negli Stati Uniti negli anni cinquanta  del ‘900  sotto la spinta della società di massa e soprattutto della pubblicità, e che  aveva espresso strumenti comunicativi adeguati alle dinamiche di tale società.  Tanto per essere espliciti:  avete presenti le opere di Andy Warhol (ne ha fatto recente mostra a Cuneo, la Galleria Skema in collaborazione con la Fondazione Casa Delfino)?  Quegli enormi faccioni, ritoccati in vari colori, di Mao o di Marilyn Monroe, o le riproduzioni della famose scatole di Campbell's Soup Cans:  ebbene questa è arte pop. “In sostanza un quadro di Warhol che ripete l’ossessiva immagine di una bottiglia di Coca Cola ci testimonia come quell’oggetto sia oramai divenuto un referente più importante, rispetto ad altri valori interiori o spirituali, per giungere a quella condizione esistenziale che i mass media propagandano come vincente nella società contemporanea".
        In verità degli autori di pop italiano io non conosco molti nomi. Per esempio Gianni Bertini, Enrico Baj, Mimmo Rotella, Fabio Mauri, hanno saputo cogliere per primi la nuova temperie culturale, il nuovo clima anche sociale che andava maturando negli anni Cinquanta, e le loro opere si pongono, stilisticamente e temporalmente, a fianco degli artisti pop statunitensi, anche se gli stimoli che provengono loro dalle società in cui vivevano, sono diversi.
         Anche se di Mimmo Rotella in S. Francesco è esposta una sola opera, di arte pop italiana non parlerei ; parlerei invece di “arte povera” che è propriamente una prerogativa dell’arte torinese degli anni ‘60 del ‘900.    I nomi di Kounellis, Pistoletto, Merz, Paolini, Ceroli  presenti in San Francesco  sono  protagonisti di questo movimento che si potrebbe definire “l’estetica dell’ordinario”.  E’ stato scritto [1]: “Durante  gli anni Sessanta del ‘900, in Italia si verificano profondi cambiamenti sociali e politici; la città di Torino, in particolare, è teatro di grandi trasformazioni e partecipa alla svolta epocale in un clima animato da forti contraddizioni. Nel 1961, centenario dell’Unità nazionale, la città supera il milione di abitanti , diventando uno dei maggiori poli industriali d’Italia. Il boom economico è  stato tuttavia seguito da tensioni sociali: nelle fabbriche, gli operai si sono battuti per l’adeguamento dei salari, trovando preziosi alleati negli studenti, che reclamavano il diritto allo studio per tutti gli strati sociali.  Questo desiderio di rinnovamento ha favorito un inedito fermento culturale, che porta alla nascita di un nuovo fronte di intellettuali ed artisti. Per i pittori italiani arriva così il momento in cui il quadro a parete risulta inadeguato a tradurre la complessità del reale. Un gruppo di artisti, attivo tra Torino e Roma, elabora una nuova estetica.  Che nel 1967 è definita “arte povera” dal critico Germano Celant. Punto di partenza del movimento è la scelta di elementi “poveri”, non propriamente artistici ma di origine naturale, vegetale, minerale, o ancora materiali desunti dalla tecnologia, come neon o motori, banali strumenti del quotidiano. Le opere sono caratterizzate dalla introduzione di elementi simbolici, come il fuoco e gli animali vivi di Jannis Kounellis, o da forme inedite e di difficile classificazione, come gli Igloo di Mario Merz o i Quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto o i Tappeti natura di Piero Gilardi.  Sono esempi della volontà di superare i limiti concettali e materiali del quadro dipinto, in favore di una concezione vitalistica e creativa del gesto artistico, di cui l’arte povera è stata interprete a livello internazionale."   
       Se gli organizzatori della mostra di Cuneo si sono ripromessi di mettere su una mostra come quelle che hanno fatto e fanno Genova, Torino e Milano ma anche piccole città,  come Forlì (mostra del liberty) o Treviso (gli impressionisti), o Alba  (Carrà, Casorati e Balla)  che hanno richiamato migliaia di visitatori,  potenziali turisti, ho forti dubbi che a Cuneo, raggiungeranno tale scopo. Scopo peraltro molto nobile e lodevole .  Vedremo alla fine il numero vero (non quello proclamato) dei visitatori e della risonanza di tale mostra , a cui auguro, ovviamente, il maggiore successo possibile.   Certo i visitatori non son richiamati da una adeguata pubblicità : qualche manifesto in città, qualche piccolo annuncio sui giornali locali e su quelli nazionali, sulle riviste,  sui mezzi di comunicazione ? E quel titolo, quel titolo !!   
       I visitatori  non sono certo aiutati alla comprensione di opere che non basta un autore o un titolo a far “capire” il significato concettuale (se ne hanno).  Non un cartello esplicativo sul periodo storico a cui si riferisce l’”arte povera” che io continuo a sostenere sia la sigla appropriata di questa mostra ; non un cartello su cosa si intende per “arte povera” o il “pop italiano” dichiarato nel sottotitolo.  Solo su uno smilzo fascicoletto contenente le “schede biografiche degli artisti in mostra”.  Si dirà che sono state previste della visite guidate ma non tutti i visitatori locali e forestieri possono parteciparvi.  Quindi il visitatore è lasciato solo di fronte ad opere astratte, di per sé difficili da comprendere ed apprezzare   come ho cercato di spiegare sopra.
       La GAM di Torino (come tutti i musei) ha i magazzini pieni di opere regalate, acquistate e non esposte, specie di produzione torinese.  Ha pensato di mandarle a Cuneo e la ricca Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, generosamente  e  con encomiabile volontà di fare alta cultura anche a Cuneo, ha sovvenzionato l’iniziativa  come aveva sovvenzionato le prestigiose mostre  realizzate ad Alba.
       Purtroppo non credo che la mostra di Cuneo avrà lo stesso successo di quelle.    Peccato !

       Tuttavia meglio questo che niente  e quindi 
                                                        FISCHIO SI’ 7 VOLTE

                                   Antonio Sartoris    



[1] Dalla presentazione scritta del video “Arte povera” raccontata da Germano Celant presentato alla Fondazione Casa Delfino nella serie degli Inviti di Ulisse, venerdì 16 Giugno 2017,  nel silenzio generale dei media locali e nel disinteresse totale della parte più colta (si fa per dire) della popolazione cuneese.

sabato 20 maggio 2017

UN CONCERTO ECCEZIONALE A MONDOVI'



        Sono le undici di sera di Sabato 20 Maggii 2017 e sono appena tornato da Mondovì. Nella splendida cornice dell’ Oratorio di S. Croce ( altrimenti detta Sala Ghisleri)  l’Accademia Montis Regalis nata e  residente  a Mondovì  Piazza ed in Austra a Insbruk ,  realizza con la sua Orchestra d’archi giovanile o con prestigiosi solisti, concerti straordinari.
Questa sera con una orchestra  d’archi diretti dal violino solista Thibault Noally vi è stato un concerto eccezionale di musiche di Vivaldi e Theleman :.
           Thibault Noally è uno dei più importanti violinisti barocchi europei, è il primo violino solista dell’orchestra Les Musiciens du Louvre e spesso riveste il ruolo di direttore di questo importante gruppo francese.   Les Musiciens du Louvre  suonano Vivaldi ed in genere la musica barocca con un piglio ritmico accentuato e molto affascinante.   Solo  nei concerti  del Giardino Armonico italiano ho sentito questo ritmo partecipato da tutta l’orchestra. Quelli dell’orchestra d’archi dell’Accademia M.R. erano quasi tutti stranieri e giovani appassionati; si sentiva e si vedeva.
         Il Maestro Noally  ha  collaborato con artisti di  fama mondiale come Cecilia Bartoli, Anna Sofia von Otter, Philippe Jaroussky ed ha tenuto concerti presso tutte le più prestigiose sale da concerto internazionali (Mozarteum di Salisburgo, Staatsoper Berlino, Concert Hal di Shanghai, Hong Kong Center of Arts, ConcertgebouW Amsterdam, Festival d’Aix-en-Provence etc.).
 E’ venuto (per la seconda volta) anche in Provincia di Cuneo  a Mondovì, e siccome la Accademia Montis Regalis  va a fare concerti a Torino ma non riesce a suonare  nelle sette citta sorelle della Provncia Granda , i  tanti musicisti e musicofili della nostra  provincia  avrebbero dovuto  accorrere a Mondovì, invece  gli spettatori erano circa trenta  (numero peraltro stazionario per tutta la stagione concertistica).
           Ad un concerto da urlo (ma nel classico urlare o anche solo dire qualcosa ai musicisti, magari un “bravo”, non sta bene) molti ma tiepidi applausi.
 Per me un concerto eccezionale che merita 
                                                                                    9   FISCHI POSITIVI      A.S. 

domenica 7 maggio 2017

BALLETTO, ARTE DELLA COMUNICAZIONE


             Dopo aver visto e commentato negativamente il balletto Medea  (vedi post precedente a questo) accusandolo di inespressivita e ciò in netto contrasto con il critico de La Guida, prof. Paolo Bogo, ha voluto il caso che proprio al Toselli  il 30 Aprile 2017 venisse presentato dalla Compagnia Egribiancodanza di Torino  lo spettacolo SIMPLY DANCE. 
Volutamente e dichiaratamente questo è stato un  esempio della comunicazione che la danza può realizzare. In Simply Dance  Raphael Bianco dichiara di aver "inteso presentare la Danza nel suo aspetto forse più conosciuto, ovvero come elemento di aggregazione e divertimento. L'aspetto ludico della danza vede anche la possibilità di divertirsi attraverso ogni genere di danza senza preclusione di stili."   La promessa di "una serata frizzante divertente ed eclettica" per riaffermare il concetto che la Danza è Una ma si manifesta sotto multiformi aspetti: una danza universale per divertire e comunicare" è stata - secondo me - pienamente realizzata.  I vari numeri di danza  (Libertango, Studio su WIND, Inorout, Kali, Freedom, un Addio e il geniale "Lezione di cucina") pur nella diversità delle coreografie realizzate  da ballerini ormai professionisti affermati, sono stati intesi ed apprezzati. Così "danzata", la danza, antico linguaggio dell'anima attraverso il corpo,  ha ancora uno spazio tra le arti.
            Così l'hanno intesa e realizzata anche gli insegnanti ed i giovani allievi de LA MAISON DE LA DANSE che hanno danzato la prima parte dello  spettacolo dedicato alla Giornata Mondiale della Danza. Una bellissima  giornata/serata per Cuneo.                         
                                                                               

 FISCHIO OTTO VOLTE POSITIVAMENTE 




   



mercoledì 19 aprile 2017

UNA MEDEA INESISTENTE



           L’ultimo spettacolo (mercoledì 19 aprile 2017)  della stagione del teatro civico Toselli di Cuneo è stato per me una grande delusione.
               Il programma di sala diceva : "La Medea di Euripide è la storia di tradimenti più drammatica che sia mai stata scritta. Nella versione del mito elaborata da Thomas Noone, spettacolo emotivo e brutale (sic), siamo testimoni dell’amore e dell’odio, dell’ammirazione e del disprezzo; vediamo come i personaggi lottano tra di loro attraverso l’uso di una danza ricca, complessa e fisica che alterna un elevato dinamismo  a momenti di fragilità e intimità. Come spettatori, ci vediamo riflessi sui personaggi che feriscono e sono feriti allo stesso tempo”.  Io in tutto un susseguirsi di agitati movimenti di corpi e di persone non mi sono sentito per nulla “riflesso” e men che meno in tutto quel ripetitivo guazzabuglio di spintoni, abbracci e cadute non ho sentito riflesso neppure in minima parte il dramma di Medea che sacrifica i figli al suo folle destino di morte (situazione che ha esempi anche nell’attualità a noi più vicina). Se la rappresentazione del dramma di “Medea” è questa, si potrebbe chiamarla anche “Guglielmo Tell” e sarebbe la stessa cosa. Il pubblico ha applaudito i danzatori: Javer G. Arozena, Alba Barral, Jeronimo Forteza, Gemma Guell, Pierfranco Porelli, Eleonora Tirabassi. Io non l’ho fatto per non confondere gli applausi a loro (pieni di buona volontà) con quanto sta dietro di loro: una coreografia inespressiva ed inconcludente  per cui 
                                        FISCHIO NEGATIVAMENTE  9 VOLTE


Con questo spettacolo si è conclusa la stagione di prosa 2016/2017 del Teatro Toselli di Cuneo. Ad ogni spettatore è stato chiesto un giudizio di valutazione dei singoli spettacoli visti.  Nel complesso il mio giudizio valutativo è abbastanza negativo (fatto salvo un Cechov magistrale ed il concerto di Nicola Piovani ).
Secondo me manca un direttore artistico del Toselli, e se la finanze comunali non se lo possono permettere si ristabilisca la vecchia commissione di consulenza teatrale (di cui ho fatto parte anch’io, a suo tempo)  che  - gratuitamente –  fornisca un parere, magari non vincolante ma competente, sulle varie proposte del mercato teatrale nazionale. Non siamo il rifugio dei rifiuti di altre organizzazioni e di altre scelte, e cerchiamo di  coordinare le nostre scelte con quelle dei teatri a noi vicini come Savigliano, Bra, Alba ed anche Ceva.          ANTONIO SARTORIS

sabato 8 aprile 2017

NICOLA PIOVANI, IL MUSICISTA CANTASTORIE



       Nicola Piovani è notoriamente uno dei tre maggiori compositori italiani  di musica da film (gli altri due sono Ennio Moriconne Nino Rota, ed il loro maestro Lavagnino).
        Nicola Piovani ha messo su con le sue musiche, un piacevolissimo concerto  raelizzando un memoriale  a  famosi personaggi  cinematografici come Fellini, Mastroianni, Benigni  e a uno scrittore/sceneggiatore immaturamente scomparso, Vincenzo Cerami ed al cantautore  De Andrè, anche lui morto.
       Proprio perchè nella intimità delle musiche e dei ricordi  affettuosi Nicola Piovani, pianista insieme alla sua band di affiatatissimi musicisti ha realizzato un piccolo capolavoro di poesia e spettacolo, nonostante  il suo appassionato elogio  della “musica  dal vivo”  io – se potessi – gli direi:  di questo spettacolo realizza  un DVD.   Solo con questo straordinario supporto audiovisivo oggi si fa vera memoria: le “vecchie storie” non si raccontano solo come si è sempre fatto,  ma oggi le si vedono e sentono come “dal vivo”.   La ripresa documentaristica consente a chi non ha visto e/o sentito di apprezzare e godere fatti e persone del passato e quindi irripetibili.  Caro Piovani, uno spettacolo come quello presentato sabato 8 Aprile 2017 al Teatro Toselli di Cuneo merita di essere visto in televisione e quindi al pubblico d’oggi, ma anche trasmessa con il DVD al pubblico di domani.
       Il successo del concerto è stato grande e finalmente il pubblico cuneese ha calorosamente applaudito anche battendo i piedi e (udite, udite) si è sentito anche qualche fischio di approvazione: è il massimo dell’ entusiasmo  dei cuneesi (che non conoscono la stand ovation, ovvero la levata in piedi collettiva) .
       Anch’io, lieto di una felice serata ( di questa stagione teatrale abbastanza inconsueta) FISCHIO POSITIVAMENTE  9 VOLTE
                                                        Antonio Sartoris

UNA LOCANDIERA TRA LETTO E PISTOLE



         Secondo me una attrice bella ed intelligente come  Laura Morante meritava di più di un testo in cui l’autore  Edoardo Erba ha forse voluto farci sentire l’eco della felice leggiadria della locandiera goldoniana:   ma – secondo me – nulla di tutto ciò.  Niente “ surreale leggerezza” (come suggerisce il programma di sala)  e anche se (come troppa letteratura contemporanea ) si finisce nel noir,  non è con l’eterno strumento del letto e della pistola o del coltello, che si realizza un “inedito ritratto dell’Italia di oggi, un Paese amorale”. Amorale si : tragico, non ridicolo.     Applausi, forse alla venustà ed alla fama cinematografica di Laura Morante.
                                                            IO  FISCHIO NO  5 VOLTE
Antonio Sartoris

sabato 11 marzo 2017

LA CATTIVA DIGESTIONE DEI "PEPERONI DIFFICILI"

 
   
    Come avranno facilmente compreso i miei lettori, sono abbonato alla stagione di prosa  del 2016/2017 (come lo ero per tutte le stagioni precedenti) del Teatro Toselli di Cuneo.
Mi ero proposto di parlare singolarmente di tutti gli spettacoli in programma e da me visti e poi - da altre incombenze assorbito  - non ho parlato di alcuni spettacoli.  In verità, anche per non perdere l’efficacia delle prime impressioni (che non è detto siano le più giuste ma almeno sono le più  immediate) bisognerebbe scrivere di uno spettacolo visto come di un evento vissuto, come di  una lettura di un libro, in stretta vicinanza dell’accadimento. Forse sarà perché la mia memoria (data anche l’età) è  più  fragile di quanto lo sia mai stata, ma anche perché l’accadimento che vivo non mi intriga più di tanto dello spettacolo STRATEGIE FATALI  non mi ricordo quasi nulla (se non che mi ha riconciliato un poco con il c.d. teatro sperimentale).
De IL MILITE IGNOTO mi ricordo un monologo (quindi di difficile comunicazione) di ovvio contenuto storico ma reso efficace dalla recitazione di Mario Perrotta .
Del CIRANO DE BERGERAC con la recitazione e regia di Jurij Ferrini, ricordo che il trito testo di Rostand,  così rivisitato,  non mi ha annoiato.
  Vorrei parlare un po’ di più del testo di “PEPERONI DIFFICILI – la verità chiede di essere conosciuta”, visto ieri sera (10 Marzo 2017) al Toselli lo spettacolo scritto è diretto da Rosario Lima  propone con  un impianto molto  elementare (il rapporto tra quattro amici – fra cui una donna) alcuni temi universali quali l’esistenza di Dio, il male, il rapporto tra  uomo e donna, il rapporto tra i fatti della vita ed il vissuto di ogni uomo/donna. Dirò subito che contrariamente a quanto scritto nel pizzino di sala, io non ho trovato “tempi comici” se non in una gag espressione della bravura di uno degli interpreti, bravura effettivamente presente in tutti i personaggi.
Ma è l’impianto  teatrale del testo “filosofico” che mi è sembrato fragile, superficiale, inadeguato al compito. Compito che giustamente mi sembra si era posto l’autore: quello di far pensare il pubblico, senza annoiarlo, sui grandi ed eterni temi di cui ho detto sopra.  Dato che il personaggio centrale è un prete mi sembra che il motore con cui l’autore si è confrontato sui detti temi sia quello della fede religiosa in particolare delle risposte che tenta di dare la fede cattolica. Sui “peperoni difficili” proposti da Rosario Lima gli consiglierei di non porsi troppe domande e soprattutto non pretendere che le risposte, qualunque esse siano, siano verità. A proposito di domande e risposte, mi ha intrigato come sempre quali siano le domande e le risposte delle donne: anche nelle domande senza risposta della brava Anna della Rosa mi pare evidente che l’uomo non capisce  la donna.
Concludendo - come ho già detto in altra occasione -  anche questo spettacolo teatrale pone il problema del contenuto a cui FISCHIO NEGATIVAMENTE 7 VOLTE, non per l’incontestabile importanza dei temi trattati,  ma  per l’inadeguatezza della loro proposta. Per quanto attiene alla forma, la bravura di tutti gli attori merita FISCHI POSITIVI  PER  8 VOLTE.  Il pubblico cuneese  - chissà se e come ha elaborato domande tanto importanti – è stato come sempre prodigo di applausi,  apprezzati  dalla compagnia del teatro milanese che porta il prestigioso nome del grande attore Franco Parenti.    A.S.  



domenica 12 febbraio 2017

IL TEATRO DI EDUARDO E' EDUARDO

 
Il teatro di Eduardo De Filippo è Eduardo De Filippo, in un  doppio senso. Cioè senza la recitazione di Eduardo il suo teatro perde il cinquanta per cento del suo valore e d’altra parte Eduardo è autore abilissimo di testi  pregni di una pietas  dolce/amara  verso una umanità che lui ben conosceva. Tale pietas (che Eduardo dichiarava essere "drammatica", c'era anche nella commedia (una delle sue prime)  “NON TI PAGO” che è stata recitata al nostro Teatro Toselli sabato 4 Febb. 2017 dalla  Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, il  figlio di Eduardo, oggi anche lui scomparso. La trama è semplice: la vicenda di una vincita al lotto contestata dal tenutario della ricevitoria dove è stata giocata, al legittimo vincitore con cervellotici, ridicoli pretesti. Ma tutto finisce bene, nel classico matrimonio riparatore.  Gli interpreti che ho visto recitare a Cuneo sono stati bravi a comunicare il testo scritto da Eduardo in tre atti e ridotto a due, ma Eduardo che ho visto interpretare tale commedia in una ripresa televisiva, lui vivente, è un’altra cosa! Merito, anche, di uno strumento visivo che in teatro non si può realizzare: il primo piano. Ed il primo piano del muovere del suo corpo e sopratutto della  maschera facciale di Eduardo è più eloquente di qualsiasi testo e parola. Comunque merito indubbio dello spettacolo della compagnia teatrale partenopea è quello di continuare la tradizione di un grande teatro ed il ricordo di un grande Eduardo e di suo figlio Luca.                                        FISCHI POSITIVI    8




domenica 29 gennaio 2017

PAOLO BOGO E MOZART

              
            Eccolo Paolo Bogo su La Guida del 26 genn. a lodare  lo spettacolo intitolato "Don Giovanni di W.A. Mozart" rappresentato al Teatro Toselli il 13 Gennaio  e di cui ho parlato molto negativamente in una mia precedente fischiata (dal titolo MOZART PERDONA LORO ....)  perché da me ritenuto oltraggioso per noi spettatori e soprattutto per il grande musicista salisburghese.  "Le boccacce ed i rumorini" con cui la compagnia che Bogo indica come  i pisani "Sacchi di sabbia",  ha preteso simulare  la divina musica del Don Giovanni di Mozart:  egli lo chiama "teatro di ricerca" e ne ha tratto, "di fronte a tanta intelligente follia piacere davvero  grande".  Buon pro gli faccia ma come si fa a scrivere che attraverso "boccacce e rumorini" - non canto e musica da cui è composta un'opera lirica - "si è realizzata una partitura rigorosa e ritmata ....applaudita da chiunque conosca ed ami (sic)  l'opera di Mozart" ? 
                 Conosco benissimo il Don Giovanni che ho visto e sentito al Regio di Torino come a Vienna, Berlino, Zurigo e Salisburgo anche con regie "strane"  (come si usa oggi ) e nelle innumerevoli registrazioni discografiche, ove,  pur nella diversità di interpretazione dei vari direttori (da Karajan,ad Abbado, a Muti o Barenboim) la partitura musicale era quella scritta da W.A. Mozart  ed eseguita da strumenti e canti, non da "boccacce e rumorini" od altre drolerie.  Quella proposta dai "sacchi di sale" era la loro partitura, non certamente quella di Mozart.  Sarà piaciuta a palati alla ricerca della "freschezza creativa" come quello di Paolo Bogo, ma che non è lecito stravolga un'opera d'arte. A Bogo, colto ed intelligente critico,  replico che "per chi il Don Giovanni non l'abbia già frequentato" uno spettacolo del genere non solo è "criptico" ma musicalmente spiazzante e deviante.
             Quindi nonostante  Bogo,  confermo i miei                                                                               NOVE  FISCHI NEGATIVI


martedì 24 gennaio 2017

LE SERVE di Jean GENET

             Dopo uno spettacolo-parodia (Don Giovanni di Mozart), per il mio gusto, ingiustificatamente irridente del pur ridente Wolfang Amadeus, la stagione teatrale del Toselli ha proposto Martedì 24 Genn. (questa sera)  "Les bonnes" di  Jean Genet (Parigi, 19 dicembre 1910Parigi, 15 aprile 1986). WIKIPEDIA lo desctive come  "" uno scrittore, drammaturgo e poeta francese, fra i più discussi del Novecento.   In lui la vita e l'opera d'arte si intrecciarono profondamente al punto da rendere difficile la distinzione tra episodi inventati ed esperienze realmente vissute dall'autore. Il trionfo di questo atteggiamento è l'autobiografia romanzata del Diario del ladro (1949), in cui Genet racconta la storia di un sé stesso ladro, omosessuale e "marginale" mentre vagabonda lungo l'Europa degli anni trenta"".
          Il noir realmente accaduto a cui si ispira la trama de "Le serve" è l'uccisione (in realtà simbolica)  di una padrona  da parte delle sue due sorelle cameriere ,  portate dal suo sprezzante ed offensivo comportamento all'esasperazione violenta.   Di fronte ad una recitazione "schizofrenica" delle tre bravissime attrici (Anna Bonaiuto, Vanessa Gravina e Manuela Mandracchia)   la annotazione che mi sento di proporre è la seguente.  Vi è un teatro che vive perchè propone delle idee, più o meno grandi,  che i bravi registi e i bravi attori sanno comunicare ma sono le idee che contano.  E vi è un teatro che vive perchè propone bravi registi e bravi attori  anche senza grandi idee. In termini più semplici: vi è un teatro di contenuto ed un teatro di forma. Lo spettacolo che ho visto questa sera al Toselli mi è sembrato uno spettacolo di forma, anche se di bella forma.           
                                                                  FISCHI POSITIVI 7           ANTONIO SARTORIS

lunedì 16 gennaio 2017

UN MUSICAL DI CHIARA GIORDANENGO

             Di tutt'altro spessore è stato lo spettacolo che ha inaugurato il secondo ciclo di lezioni dell’Anno Accademico dell' Università della terza età di Cuneo.
              “Libertà va cercando ch'è si cara” canti e parole per la libertà,  è il titolo dello spettacolo che l’Accademia teatrale Giovanni Toselli  ha relizzato nel Teatro Toselli di Cuneo, Lunedì 9 Gennaio.
Si è trattato di un musical all'americana formula con cui quella straordinaria artista (poetessa, attrice, regista, coreografa) che è Chiara Giordanengo è riuscita a coinvolgere tutti suoi allievi, i più esperti ed i meno esperti, in canti, balli, e recitazione.  La formula ha funzionato perchè la sincronizzazione  di una massa di suoni e movimenti è sempre di sicuro effetto.  Inoltre la forza rievocativa di testi letterari e canzoni della Resistenza ha dato dignità culturale allo spettacolo che ha avuto meritati e ripetuti  applausi del numerosissimo pubblico .    FISCHI  POSITIVI  8 VOLTE

domenica 15 gennaio 2017

MOZART PERDONA LORO ......


               Sono proprio curioso di leggere quanto scriverà (se lo scriverà) il nostro criticoGuida, Paolo Boso, su lo spettacolo (si fa per dire) presentato come "DON GIOVANNI di W.A.Mozart", la sera di sabato 15 Genn. 2017 sul palcoscenico del Toselli.
               Immaginatevi quattro piccole "balilla" e due uomini grossetti che per due ore con suoni e smorfiette di bocca pretendono di rappresentare al colto ed all'inclito la meravigliosa opera di W.A. Mozart, Don Giovanni.  Ne è venuta fuori - ovviamente a mio giudizio - una incoerenza tra la sublime musica del salisburghese su un intelligente libretto dell'italiano Da Ponte  (leggibile su uno schermo), e l'ibrido mezzo insistentemente usato e privo di efficacia comunicativa,  che non può che portare alla noia.  Arrivata la quale mi sono alzato e me ne sono andato. Non ho visto la fine ma sono sicuro che il pubblico - come sempre - ha applaudito. Non un fischio di dissenso, solo il mio, da lontano.

                                                                                           FISCHI NEGATIVI  9

martedì 3 gennaio 2017

PAOLO BOGO E CECHOV

        In tutti i numeri del settimanale diocesano de LA GUIDA di Cuneo, in fondo alla penultima pagina compare  una rubrica firmata Paolo BOGO, che mi pare sia un professore di Liceo.  Egli recensisce con molta competenza show di musicisti, attori, gente d'arte di Cuneo nonche altri spettacoli visti dal vivo o da mezzi audio visivi,  e naturalmente gli spettacoli della stagioni teatrali del Teatro Toselli di Cuneo.
         Recensendo  il quarto spettacolo della stagione 2016/17 , il testo di IVANON di Anton Cechov messo in scena dal Teatro stabile di Genova, dopo una dettagliata disamina, Bogo conclude: "il più bello spettacolo visto al Toselli nel 2016".  Condivido pienamente tale giudizio e quindi
                                                                                                        FISCHIO SI' 9 VOLTE

     Purtroppo lo spettacolo precedente sempre della stagione del Toselli intitolato  ANGELICAMENTE ANARCHICI e  ispirato a testi di Fabrizio De Andrè e Don Andrea Gallo, è stato realizzato con un monologo così privo di contenuto e recitato con voce così monotona che mi sono addormentato. Dopo poco più di un'ora mi ha svegliato la musica di un trio (mi pare) con le solite canzoni di De Andrè dall'incomprensibile testo genovese.  Ciò per un quarto d'ora e poi il pubblico è stato mandato a casa e, come al solito,  ha applaudito : io invece
                                                                                                       FISCHIO NO' 9 VOLTE

          Su questo spettacolo che di anarchico aveva ben poco,  non ho visto (o mi è sfuggita) alcuna recensione di Paolo Bogo:  la mia impressione è che forse per suo temperamento buonista o per il tono moderato del giornale ove scrive, preferisca tacere piuttosto che criticare. 
                                                                                                        E ciò è molto cuneese !