Non credo che sia stata una scelta della programmazione
della stagione teatrale del teatro Toselli, quella di mettere in scena uno dopo l’altro due monologhi:
ma è stato così.
Martedi’ 19 Nov. 2019 abbiamo sentito il monologo di
Fabrizio Bentivoglio e 22 Nov. quello di
Ottavia Piccolo.
Ho già avuto occasione di esprimermi sul “monologo” genere teatrale difficilissimo.
Sta di fatto che se anche con questo monologo si
voleva dare il messaggio che “così fan tutti, ingannano, sono poco affidabili,
deludono, si prendono gioco del prossimo, affrontano le cose con
superficialità, sono venali e pieni di amor proprio” e con ciò vivere la attualità, Fabrizio Bentivoglio (bella voce impostata) ne ha fatto un discorso non un atto teatrale. Gli applausi sono stati i soliti ed io
FISCHIO 6 (sei), la sufficienza.
Di tutt’altro spessore il monologo di Ottavia Piccolo che su un solido testo di Stefano Massini (quello che recita splendidi
monologhi nella trasmissione televisiva di Porta
a porta) ha realizzato una drammatica rappresentazione delle vicende
disumane che vivono gli emigranti dalla violenza, guerra o fame che sia
: “OCCIDENT EXPRESS (Haifa è nata per stare ferma). Sono certo che le generazioni future si
interrogheranno, interdette, sulla
diffusa indifferenza con cui trattiamo questo autentico genocidio come noi ci
interroghiamo sulla indifferenza ed omertà delle generazioni che hanno vissuto
la shoa (olocausto) .
E’ vero che Ottavia Piccolo attrice di alta maturità
artistica ha avuto a che fare con temi di una drammaticità ed attualità straordinari
ma ha saputo sentirli, recitarli, comunicarli, non
solo dirli. Vi era pure un sottofondo di effetti di luci e suoni realizzati dall’orchestra
multietnica di Arezzo con la direzione
di Enrico Fink , molto efficace, ma i
sentimenti le emozioni, quelli che contano li ha suscitati Lei, Ottavia
Piccolo, vera attrice in un vero
spettacolo. Ben meritate quindi le
ovazioni, le ripetute chiamate alla ribalta, tanti partecipi applausi del
pubblico cuneese per cui FISCHIO 10 (dieci) A.S.