"Arlecchino servitore di due padroni " commedia in due atti di Carlo Goldoni è un o pera di passaggio tra la Commedia dell’arte ed il teatro di
carattere.
Copio
da Wikipedia : “”La commedia dell'arte è nata in Italia nel XVI secolo ed è rimasta popolare fino alla
metà del XVIII secolo, anni della riforma goldoniana della commedia. Non
si trattava di un genere di rappresentazione teatrale, bensì di una diversa modalità di produzione degli spettacoli. Le
rappresentazioni non erano basate su testi scritti ma su dei canovacci, detti anche scenari”” ; mentre con “” il termine commedia di carattere
ci si riferisce al drastico mutamento drammaturgico, operato da Carlo Goldoni,rispetto alla cosiddetta commedia dell'arte, in
particolare all'abolizione dell'uso delle maschere e della recitazione a soggetto (o recitazione
all'improvviso) che la caratterizzavano. Dal Cinquecento fino alla metà del Settecento, infatti, i personaggi che interpretavano le commedie
non avevano un loro "carattere", una personalità propria, ma si
comportavano secondo schemi psicologici già precostituiti e immutabili,
talmente stereotipati da poter essere individuati e "catalogati"
addirittura con delle maschere.””
Il servitore di due padroni (questo il titolo originale) è una delle commedie più divertenti e ben costruite di
Carlo Goldoni ( Venezia 1707 - Parigi 1793), Tutta incentrata
sulla maschera di Truffaldino
/Arlecchino servo astuto ed
irresistibile è stata scritta
dall’autore nel 1745. Sullo sfondo della laguna di Venezia (con le sue maschere di Pantalone, Brighella, Smeraldina etc. ) Arlecchino pur di avere pranzi doppi , si barcamena tra due padroni :
Beatrice travestita da uomo e Florindo creando una serie di equivoci e situazioni comiche. E’ noto che di questo
Arlecchino, interpretato in maschera da
uno straordinario Ferruccio Soleri, il regista Giorgio Strehler ha realizzato un acclamatissimo e longevo
allestimento che ha portato in giro per
il mondo dal 1947 al 1997.
Come
primo spettacolo della stagione teatrale del “Toselli” di Cuneo la compagnia del Teatro Stabile di Torino ha
rappresentato il “suo” Arlecchino servitore di due padroni, con la regia di
Valerio Binasco. Il programma di sala diceva: “ Valerio Binasco rompe la tradizione con un Goldoni che guarda più
alla commedia all’italiana (alias “a
soggetto”n.m.) che alla commedia dell’arte, dando voce a quell’umanità vecchio
stampo , paesana ed arcaica, “che ha abitato il nostro mondo in bianco e nero”
(?) .
L’operazione
di attualizzazione di questo antico ed anche un po’ logorato testo, a Valerio
Binasco è riuscita egregiamente anche per merito di un
cast di attori straordinari tra cui primo il protagonista Natalino Balasso, ed ha
quindi realizzato uno spettacolo
favolosamente festivo che ha deliziato il pubblico (fra cui c’ero anch’io) che ha gratificato i numerosi attori di caldi
applausi e ripetute chiamate alla ribalta peraltro visivamente gradite dagli
stessi. Un buon inizio di stagione.
ANTONIO SARTORIS
FISCHIO POSITIVO 8 (otto) VOLTE