Avete mai avuto occasione, in un bar, di porgere l'orecchio alle conversazioni che vi si svolgono. Vi giungeranno a pezzi e bocconi, non capirete molto, ma una cosa capirete: che sono conversazioni da bar ! Pensavo proprio di sentirmi al bar la sera di giovedì, 11 Aprile 2019, e non al Teatro Toselli dinanzi ai sei attori della compagnia CONTROCANTO intenti - molto seriamente - a parlare del loro lavoro, delle loro supposte vicende amorose, del loro sognati viaggi avventurosi, insomma di vita vera, ma banale : la banalità del quotidiano.
Rappresentare in teatro e con il teatro la vita vera è un tema ampiamente usato : si va da Terenzio a Ibsen et ultra. Ma la banalità del vivere può essere uno strumento per esprimere un pensiero non per farne una rappresentazione di più di circa un'ora (e quindi - per fortuna - breve) . Quando a ciò si aggiunga un parlare strettamente romanesco, a bassa voce (gli attori giovani non sanno far correre la voce, parlano a spalle girate al pubblico e quindi perchè non usano la comodissima amplificazione con i microfoni a guancia ?) la conclusione non poteva essere che la noia del quotidiano. Per me, ma evidentemente, non per il pubblico che si è sbracciato in frenetici applausi, ripetute chiamate alla ribalta, e che evidentemente si è appassionato a queste chiacchiere da bar per me - ripeto - per nulla interessanti. Per altri pare di no: de gustibus ....
Era l'ultimo spettacolo della stagione teatrale 2018/2019 del civico Teatro Toselli, una stagione con molte ombre (soprattutto sul così detto teatro sperimentale) ma che ha comunque ha cercato - a tratti - di illuminare i melanconici giorni della cultura cuneese.