Quando si parla di interpretazione c’è chi la vede
come una rigida proposta di un testo musicale o letterario o in genere,
artistico ma anche giuridico. La
interpretazione di una espressione scientifica non può che essere così. Ma ci
sono gli artisti interpreti che pur rispettando gli intendimenti artistici
degli autori ritengono di applicare nella loro comunicazione al pubblico una
conoscenza complessa e personale .
Un’ interpretazione di tal fatta l’abbiamo conosciuta
domenica sera 7 ottobre 2018 nel concerto del pianista Ivo Pogorelich che ha inaugurata la ricca stagione teatrale
del Teatro Toselli di Cuneo comprendente, probabilmente per felice iniziativa
del nuovo Assessore comunale alla Cultura Avv. Cristina Clerico, anche alcuni concerti di notevole livello
artistico. Ho così scoperto, dal vivo, Ivo Pogorelich con
il suo modo di suonare brani di tre diversi stili pianistici (Mozart, Liszt,
Schumann) con frequenti ed ampie pause ,
quindi con un legato - secondo me - non sempre adatto al brano eseguito. Così nell’Adagio in si minore di W.A. Mozart la
scorrevolezza e/o piacevolezza della sua
musica (presente anche nelle sue ultime opere, si pensi al Flauto Magico) io non l’ho
sentita o perché Mozart era stanco e melanconico o perché Pogorelich è un uomo serio. Nello Schumann degli Studi Sinfonici la struttura
dichiarata di “Variazioni su un tema” (peraltro del Barone von Fricken, tutore
di Ernestine von Fricken , la Estrella del suo Carnaval op. 9), gli fa
perdonare la non facile individuazione delle molte idee di vario carattere
espressivo che sono tipicamente schumaniane.
Su questa base sonora si sono
cimentate le capacità interpretative (nel senso che dicevo sopra) di Pogorelich
con una ricchezza di accenti, varietà ed
anche contrasto di timbri che mi ha
ricordato (chissà perché) che il grande jazz non è altro che una musica di
“variazioni”.
Ma dove Pogorelich è stato grande nel suo personale modo di
interpretare un brano suonato innumerevoli volte e da tutti i grandi pianisti, scritto
e suonato per la prima volta dal mitico suo autore : Franz Listz. Si tratta della sua famosa Sonata
in si minore . n. 178 dedicata a Schumann (anche se sua moglie Clara la
riteneva “spaventevole”). In verità è
un vero monumento musicale capace di
raccontare una storia misteriosa ed emozionante. Il modo con cui Pogorelich ha
raccontato questa storia (frasi e pause che richiedevano una risposta, travolgenti cascate di note e melodie
sognanti) mi ha affascinato e convinto del
suo grande talento, anche se non sempre sufficientemente valorizzato .
Il pubblico composto anche da tanti giovani e meno
giovani musicisti e non, mi è apparso
affascinato ed anche un po’ stordito
come lo ero io (A.S.) che pertanto
APPLAUDO E FISCHIO POSITIVO 9 (nove) VOLTE