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sabato 9 dicembre 2017

CORRADO AMBROGIO E S.FRANCESCO IN ESPOSIZIONE A CUNEO

 
            Sono stato in S, Francesco a vedere la mostra “Moltitudini raccolte – Mostra Antologica di Corrado Ambrogio”. La vista interna ed esterna  di S, Francesco è sempre, da sola, un vero spettacolo. Attrezzato da più di 1300 taglia fieni girati in sù  a far teste di Guerrieri, più altre serie di “objets trouvè” quali le camicie lacere a rappresentare “gli Immigrati” e le tante forme di legno per scarpe a rappresentare la “Shoah”S. Francesco appare veramente un pezzo della mostra.   Corrado Ambrogio ha scoperto la forza dell’accumulazione e la sa usare collocandola negli spazi più adatti per farne risultare la suggestione.  Ieri, per esempio, era  il cortile della Castiglia di Saluzzo, oggi è S.Francesco di Cuneo. Mettere insieme ordinati e coperti tanti oggetti come tanti corpi (si pensi ai balletti o alle sfilate militari), operazione che io chiamo accumulazione, crea sempre una impressione fortissima.   Sono  diffuse, in gallerie e musei, le installazioni che usano l’ accumulazione di centinaia di oggetti  (per esempio:  “La venere degli stracci” di Pistoletto) ma la installazione realizzata da Corrado Ambrogio in S. Francesco è veramente imponente e – a parer mio – in quel contesto storico ricorda le adunate dei cuneesi in armi per i famosi assedi, proprio in quel luogo, secoli fa.                 
         Ambrogio ha poi disseminato il grande e movimentato spazio di S. Francesco di altre sue opere realizzate come cose morte, dato il loro funebre colore, ma volute vive dal loro autore attraverso i titoli loro attribuiti : peraltro gli oggetti singoli sono pochi. Sovrasta la forza delle accumulazioni che Corrado Ambrogio usa abilmente anche perchè in questa mostra ha avuto la fortuna di realizzarla in quello spazio magico che è il S. Francesco di Cuneo .       A.S.
                                                  FISCHI POSITIVI 9 (NOVE) 

lunedì 4 dicembre 2017

"AMERICAN BUFFALO" al TEATRO TOSELLI DI CUNEO

 
            Io ci ho capito un cazzo di quanto, intercalato tra tanti “cazzi” e “cazzate”,  si sono detti i tre personaggi di “American Buffalo”: un atto unico del famoso David Mamet rappresentato il 4 Dic. corrente al Teatro Toselli.  Però sta di fatto che Maurizio De Giovanni, protagonista dai capelli alla Rasputin, e regista dello spettacolo presentato dall’Eliseo di Roma teatro romano diretto da Luca Barbareschi, insieme ai suoi compagni Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato  sono stati bravissimi. Su un soggetto un po’ scontato (il mondo della degradazione umana a Chicago come a Napoli, peraltro visto con pietas ) da veri uomini di teatro hanno saputo creare un tensione, sempre in attesa che qualcosa succedesse, che è stata avvincente per tutta l’ora e venti minuti dello spettacolo.  Questo è vero teatro.
            Gli applausi sono stati calorosi e le chiamate alla ribalta  numerose,  ma questo per me non ha molta importanza perchè sono sempre più convinto che i miti cuneesi applaudono tutto. L’importante per me è di non aver perso tempo (come talora mi succede di pensare dopo aver visto certi spettacoli  nelle stagioni teatrali del Toselli)  e di avere visto un bello spettacolo.  A.S.

                       FISCHIO POSITIVAMENTE OTTO (8) VOLTE