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lunedì 11 settembre 2017

MOSTRA DI PIER GIUSEPPE IMBERTI


         Ho visitato a Cherasco l’antologica di Pier Giuseppe Imberti.  Intanto dico subito che la mostra è stata curata molto bene sia dal lato culturale  (con un ricco catalogo di Cinzia Tesio) che dal lato organizzativo e/o espositivo dalla Citta di Cherasco, nel suo bel palazzo Salmatoris  e dal noto gallerista cuneese Fabrizio  Quiriti.
          La mostra ha un titolo :”Tensione fra forma e colore” .  La tensione delle bende e dei fili  misteriosamente  tesi  in un immoto andare, c’è tutta. Così pure  lo squillante colore delle “tele”   del secondo piano della mostra.  Il tutto in una politezza, in un ordine mentale e manuale che consente al visitatore di sentire una pace astratta : quella del tempo delle sale storiche di Palazzo Salmatoris e quella  delle macchine silenziose di P.G.Imberti.  
       Ho avuto già  altre occasioni di interrogarmi  su  un diffuso modulo di arte moderna:  quello cosidetto “astratto” perché  non ricollegabile ad un riferimento concettuale. Mi è parso un modo di fare arte pericolosamente equivoco.
       Poi mi sono imbattuto  nel pensiero di Benedetto Croce  la cui opera “L’estetica” contiene teorizzazioni  che saranno pur superate ma che in ogni caso pongono domande sempre attuali.
     Croce premette : “La conoscenza ha due forme: è o  conoscenza per la fantasia o conoscenza per l’intelletto; conoscenza dell’individuale o conoscenza dell’universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è insomma produttrice di immagini o produttrice di concetti. Poi scendendo a definire l’origine dell’arte  conclude che “l’arte è dominata unicamente dall’immaginazione. Le immagini, sono la sua ricchezza. Essa non classifica oggetti, non li definisce reali o immaginari, non li qualifica , non li determina. L’artista li sente e li presenta – nient’altro “.   Quindi è l’immaginazione che precede il pensiero e – secondo me-  è quello che è successo a Pier Giuseppe Imberti e rende sincere le sue immaginazioni.

ANTONIO SARTORIS FISCHIA POSITIVAMENTE  8 VOLTE   

IL CAMION GIALLO




       Ho comprato e letto il libro di Fabrizio Pellegrino <IL CAMION GIALLO – Frammenti di memoria> Editore Nerosubianco – Cuneo 2017.  Non mi è piaciuto, ma mi sembrava indelicato verso un amico e stimato intellettuale, caduto in disgrazia,  infierire con una stroncatura. Ho preferito accogliere l’esempio di Enrico Filippini, come lo giudica Umberto Eco: “Era tra coloro che stroncano solo con il silenzio,  perché ritengono che scrivere potesse essere un atto di comprensione e di tenerezza". A.S.
                                                      FISCHIO NO  7 VOLTE