Come
avranno facilmente compreso i miei lettori, sono abbonato alla stagione di prosa del 2016/2017 (come lo ero per tutte le stagioni precedenti)
del Teatro Toselli di Cuneo.
Mi
ero proposto di parlare singolarmente di tutti gli spettacoli in programma e da
me visti e poi - da altre incombenze assorbito - non ho parlato di alcuni spettacoli. In verità, anche per non perdere
l’efficacia delle prime impressioni (che non è detto siano le più giuste ma
almeno sono le più immediate)
bisognerebbe scrivere di uno spettacolo visto come di un evento vissuto,
come di una lettura di un libro,
in stretta vicinanza dell’accadimento. Forse sarà perché la mia memoria (data anche l’età) è
più fragile di quanto lo
sia mai stata, ma anche perché l’accadimento che vivo non mi intriga più di
tanto dello spettacolo STRATEGIE FATALI
non mi ricordo quasi nulla (se non che mi ha riconciliato un poco con il
c.d. teatro sperimentale).
De IL MILITE IGNOTO mi ricordo un monologo (quindi di difficile
comunicazione) di ovvio contenuto storico ma reso efficace dalla recitazione di
Mario Perrotta .
Del CIRANO DE BERGERAC con la recitazione e regia di Jurij
Ferrini, ricordo che il
trito testo di Rostand, così
rivisitato, non mi ha annoiato.
Vorrei parlare un po’
di più del testo di “PEPERONI DIFFICILI – la verità chiede di essere
conosciuta”, visto ieri sera
(10 Marzo 2017) al Toselli
lo spettacolo scritto è diretto da Rosario Lima propone con un
impianto molto elementare (il
rapporto tra quattro amici – fra cui una donna) alcuni temi universali quali l’esistenza di Dio, il male, il
rapporto tra uomo e donna, il
rapporto tra i fatti della vita ed il vissuto di ogni uomo/donna. Dirò subito che contrariamente a
quanto scritto nel pizzino di sala, io non ho trovato “tempi comici” se non in
una gag espressione della bravura di uno degli interpreti, bravura
effettivamente presente in tutti i personaggi.
Ma
è l’impianto teatrale del testo
“filosofico” che mi è sembrato fragile, superficiale, inadeguato al compito.
Compito che giustamente mi sembra si era posto l’autore: quello di far pensare
il pubblico, senza annoiarlo, sui
grandi ed eterni temi di cui ho detto sopra. Dato che il personaggio centrale è un prete mi sembra che il
motore con cui l’autore si è
confrontato sui detti temi sia quello della fede religiosa in particolare delle
risposte che tenta di dare la fede cattolica. Sui “peperoni
difficili” proposti da Rosario
Lima gli consiglierei di non porsi troppe domande e soprattutto non pretendere
che le risposte, qualunque esse siano, siano verità. A proposito
di domande e risposte, mi ha
intrigato come sempre quali siano le domande e le risposte delle donne: anche
nelle domande senza risposta della brava Anna della Rosa mi pare evidente che l’uomo non
capisce la donna.
Concludendo - come ho già detto in altra occasione -
anche questo spettacolo teatrale pone il problema del contenuto a cui FISCHIO NEGATIVAMENTE 7 VOLTE, non per l’incontestabile
importanza dei temi trattati, ma per l’inadeguatezza della loro proposta. Per quanto attiene alla forma, la
bravura di tutti gli attori
merita FISCHI POSITIVI PER 8 VOLTE. Il pubblico cuneese - chissà se e come ha elaborato domande tanto importanti – è
stato come sempre prodigo di applausi,
apprezzati dalla compagnia
del teatro milanese che porta il prestigioso nome del grande attore Franco
Parenti. A.S.