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sabato 11 marzo 2017

LA CATTIVA DIGESTIONE DEI "PEPERONI DIFFICILI"

 
   
    Come avranno facilmente compreso i miei lettori, sono abbonato alla stagione di prosa  del 2016/2017 (come lo ero per tutte le stagioni precedenti) del Teatro Toselli di Cuneo.
Mi ero proposto di parlare singolarmente di tutti gli spettacoli in programma e da me visti e poi - da altre incombenze assorbito  - non ho parlato di alcuni spettacoli.  In verità, anche per non perdere l’efficacia delle prime impressioni (che non è detto siano le più giuste ma almeno sono le più  immediate) bisognerebbe scrivere di uno spettacolo visto come di un evento vissuto, come di  una lettura di un libro, in stretta vicinanza dell’accadimento. Forse sarà perché la mia memoria (data anche l’età) è  più  fragile di quanto lo sia mai stata, ma anche perché l’accadimento che vivo non mi intriga più di tanto dello spettacolo STRATEGIE FATALI  non mi ricordo quasi nulla (se non che mi ha riconciliato un poco con il c.d. teatro sperimentale).
De IL MILITE IGNOTO mi ricordo un monologo (quindi di difficile comunicazione) di ovvio contenuto storico ma reso efficace dalla recitazione di Mario Perrotta .
Del CIRANO DE BERGERAC con la recitazione e regia di Jurij Ferrini, ricordo che il trito testo di Rostand,  così rivisitato,  non mi ha annoiato.
  Vorrei parlare un po’ di più del testo di “PEPERONI DIFFICILI – la verità chiede di essere conosciuta”, visto ieri sera (10 Marzo 2017) al Toselli lo spettacolo scritto è diretto da Rosario Lima  propone con  un impianto molto  elementare (il rapporto tra quattro amici – fra cui una donna) alcuni temi universali quali l’esistenza di Dio, il male, il rapporto tra  uomo e donna, il rapporto tra i fatti della vita ed il vissuto di ogni uomo/donna. Dirò subito che contrariamente a quanto scritto nel pizzino di sala, io non ho trovato “tempi comici” se non in una gag espressione della bravura di uno degli interpreti, bravura effettivamente presente in tutti i personaggi.
Ma è l’impianto  teatrale del testo “filosofico” che mi è sembrato fragile, superficiale, inadeguato al compito. Compito che giustamente mi sembra si era posto l’autore: quello di far pensare il pubblico, senza annoiarlo, sui grandi ed eterni temi di cui ho detto sopra.  Dato che il personaggio centrale è un prete mi sembra che il motore con cui l’autore si è confrontato sui detti temi sia quello della fede religiosa in particolare delle risposte che tenta di dare la fede cattolica. Sui “peperoni difficili” proposti da Rosario Lima gli consiglierei di non porsi troppe domande e soprattutto non pretendere che le risposte, qualunque esse siano, siano verità. A proposito di domande e risposte, mi ha intrigato come sempre quali siano le domande e le risposte delle donne: anche nelle domande senza risposta della brava Anna della Rosa mi pare evidente che l’uomo non capisce  la donna.
Concludendo - come ho già detto in altra occasione -  anche questo spettacolo teatrale pone il problema del contenuto a cui FISCHIO NEGATIVAMENTE 7 VOLTE, non per l’incontestabile importanza dei temi trattati,  ma  per l’inadeguatezza della loro proposta. Per quanto attiene alla forma, la bravura di tutti gli attori merita FISCHI POSITIVI  PER  8 VOLTE.  Il pubblico cuneese  - chissà se e come ha elaborato domande tanto importanti – è stato come sempre prodigo di applausi,  apprezzati  dalla compagnia del teatro milanese che porta il prestigioso nome del grande attore Franco Parenti.    A.S.