S.
Francesco è una ex chiesa di Cuneo. In questo luogo, già a partire dal
XIII secolo, si insediarono i frati francescani; dal XV secolo il Complesso
diventò un importante punto di riferimento per tutta la cittadinanza cuneese e
le famiglie nobili parteciparono con ingenti donazioni all'abbellimento e
all'ampliamento della struttura.
Più tardi, l'esercito di Napoleone si impossessò dell'edificio, cacciò i frati ed utilizzò chiesa e convento come caserma e guarnigione militare; gli arredi furono dispersi in altri edifici religiosi o venduti. Dopo alterne vicende e diversi cambiamenti d'uso, maltrattata e dimenticata dai cuneesi, S. Francesco dal 1980 è stata completamente restaurata a spese (molto alte) della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e quindi restituita al suo primitivo fascino di luogo di culto laico e quindi destinata ad essere un contenitore di eventi pubblici e privati : mostre, concerti, congressi, etc.
Più tardi, l'esercito di Napoleone si impossessò dell'edificio, cacciò i frati ed utilizzò chiesa e convento come caserma e guarnigione militare; gli arredi furono dispersi in altri edifici religiosi o venduti. Dopo alterne vicende e diversi cambiamenti d'uso, maltrattata e dimenticata dai cuneesi, S. Francesco dal 1980 è stata completamente restaurata a spese (molto alte) della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e quindi restituita al suo primitivo fascino di luogo di culto laico e quindi destinata ad essere un contenitore di eventi pubblici e privati : mostre, concerti, congressi, etc.
Per quanto
riguarda le mostre in S. Francesco dirò. Come sempre questo solenne monumento mostra
al visitatore il suo volto spettacolare
utile a valorizzare ed impreziosire anche esposizioni di modesto valore
artistico. Ma anche quelle di raffinata ideazione ed elaborazione (peraltro di
interesse locale) come quella che si è
svolta dal 6 aprile al 24 Giugno del 2018 intitolata (chissà perché in inglese ) “I love my family”. Si trattava di far conoscere ed
apprezzare una parte importante di casa nostra ed è stato
fatto in modo efficace ed elegante anche se essenziale. La domanda è: possibile che una mostra del
genere sia costata 75.00 euro come ha annunciato la nuova Assessore alla
Cultura ? VALUTO
7 (SETTE) FISCHI POSITIVI
Se quanto
ho detto riguarda il vedere in S. Francesco,
per l’altra faccia della comunicazione artistica, il sentire in S.
Francesco, dirò che, per me, allo stato
attuale è fallita la pretesa di attribuirgli le funzioni di una cosa che mancava e che
manca ancora a Cuneo: un auditorium. Come
dice la parola auditorium è questo un luogo dove soprattutto si sente (audio) e
possibilmente si sente bene. In S. Francesco
tranne per qualche mia fortunata occasione (vedasi l’esecuzione dell’opera ”Tosca”-forse ero nelle prime file) si sente male .
L’ultima prova è stata l’esecuzione del Philarmonische Camerata Berlin
(6 Luglio) e del Quator de l’Orchestre Philarmonique de Nice. (12 Luglio). Io
seduto in dodicesima fila, dei brani
musicali pur ben eseguiti ho percepito solo un impasto di suoni che me ne ha
fatto perdere tutto il fascino. Questa
volto di “strumento” musicale di S.
Francesco, così com’ è , non funziona.
VALUTO 7 (SETTE) FISCHI NEGATIVI
Diceva
Luciano Berio (musicista e inventore del grande Parco della musica di Roma,
architettato da Renzo Piano): “Oggi
l’intelligenza degli architetti unita alle conoscenze degli ingegneri del suono
permette di trasformare anche un deserto in una sala da concerto”. La resa
acustica è diventata – tecnicamente - un
parametro modificabile secondo le esigenze compositive e teatrali delle diverse
partiture ed abbiamo tecnici in grado di realizzare ogni richiesta espressiva,
e ciò in ogni spazio. Purtroppo vi sono ancora molti sindaci ed assessori non
disposti a capire la centralità del problema quando si costruisce (ed a Cuneo
non succede da tempo) o si deve adattare il vecchio al nuovo. Quando si è costruita la sala S.Giovanni
dell’acustica nessuno si è interessato ed i risultati si “sentono”, come per S. Francesco e non parliamo dell’uso
dello stadio sportivo dell’UBI che è l’unico che oltre allo sport può ospitare
grandi spettacoli: acusticamente un disastro.
Si vada a vedere cosa si è fatto per rendere passabile la resa acustica
di quell’enorme spazio (6.000 posti) che l’Albert Hall di Londra. Se non si
vuol andare fino a Londra glielo faccio vedere ed ascoltare io alla Fondazione
Casa Delfino.
Rimane passabile il Toselli dove però lo sfondamento
della galleria per ricavarne posti impossibili ha rotto la circolarità delle
voci che non corono più, il che per un
teatro d’opera è un bel problema.
Concludendo
dirò a chi di dovere: dateci tanta bella musica, ma consentiteci anche di
ascoltarla . A.S.