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sabato 14 aprile 2018

"IL DESERTO DEI TARTARI" al TEATRO TOSELLI DI CUNEO


         Solo la estrema penuria di testi teatrali validi può spiegare , ma non giustificare,   la velleità di Paolo Valerio, insigne regista del Teatro Stabile del Veneto,  di realizzare un “adattamento teatrale”  di un testo letterario come “ Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzatti, rappresentato al Teatro Toselli di Cuneo Martedì 10 Aprile 2018.
          A mio parere, se c’è  un testo letterario che non consente di essere teatralizzato è questo.  Scritto nel 1940 è considerato dalla critica il vertice della narrativa esistenzialista italiana, insieme alle opere di Alberto Moravia.  Nel 1953 ne fu tentata una versione cinematografica con la regia di Valerio Zurlini  ed un cast stellare:  Jacques Perrin, Vittorio Gassman. Giuliano Gemma,  Philippe Noiret, Jean Louis Trintignant, Max von Sidow, Helmut Griens, Laurent Terzieff, Fernando Rey, Lilla Brignone, Giuseppe Pambieri. La racconta Paolo Mereghetti noto critico cinematografico: “il tenente Drogo (Perin) trasferito in una fortezza ai margini del deserto, sogna la gloria, ma quando i tartari arrivano, viene portato via moribondo.” Mereghetti conclude: “ Lunga e scolastica versione del romanzo omonimo di Dino Buzzatti appesantita da episodi e personaggi assenti nel libro.  Più televisivo che kafkiano”.  Enigmatico, kafkiano, come è invece il libro di Buzzatti : una “fuga del tempo” in attesa della morte (i tartari vedi nota)  che deve fatalmente arrivare ma quando ?  e che quindi pone riflessioni esistenziali, intime, personali, “ascoltando il proprio corpo”,  che non si prestano ad essere teatralizzate.
             In teatro deve sempre succedere qualcosa, e anche il monologo o il dialogo debbono  sempre raccontare qualcosa.   Certo anche un testo teatrale, come un libro,  trasmette pensieri, ma non solo con le parole ma con le azioni.  
Ma della improprietà dell’adattamento teatrale di un tale libro deve essersi reso conto anche l’adattatore teatrale e regista di questo  spettacolo . Infatti ha sentito il bisogno di riportare interi brani scritti del libro di Buzzatti corredandoli anche da gigantesche proiezioni di quei strani ed inquietanti dipinti dello stesso Buzzatti   In conclusione lo spettacolo mi ha lasciato insoddisfatto come mi è parso lo sia stato il pubblico del Toselli,  stante i tiepidi applausi finali. 

FISCHIO NEGATIVAMENTE 5 (cinque) VOLTE 

NOTA

Tartaro (in greco anticoΤάρταροςTártaros) indica, nella Teogonia di Esiodo, il luogo inteso come la realtà tenebrosa e sotterranea (katachthònia), e quindi il dio che lo personifica, venuto a essere dopo Chaos e Gaia.
Zeus vi rinchiuse i Titani, stirpe divina e padri degli dei dell'Olimpo, dopo averli sconfitti a seguito della Titanomachia. Lì, inoltre, si trovavano altri mostri come, ad esempio, le Arai, ma anche mortali puniti per i loro gravi misfatti come Tantalo (re della Libia, punito dagli dei per le sue colpe con una fame e una sete insaziabili: sebbene avesse accanto a sè frutti e acqua, non appena tentava di afferrarli questi si allontanavano da lui) [1] Sempre in Esiodo,[2] Tartaro è considerato il procreatore, insieme con Gaia, di Tifeo.  (WIKIPEDIA) 

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