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domenica 27 ottobre 2019

IL RIGORE CHE NON C'ERA al Teatro Toselli




PREMESSA - Venerdì 25 Ottobre 2019 a Teatro Toselli di Cuneo, con lo spettacolo  “Il rigore che non c’era” , si è inaugurata la civica stagione teatrale 2019/2020  (20 spettacoli).
Pur assistendovi da un posto  infelice (l’unico che sono riuscito a conquistare) cercherò di esprimere il mio personale pensiero su ogni singolo spettacolo  a cui assisterò (come ho fatto e farò per spettacoli di altro genere che avvengono, numerosi e vari,  nella nostra sottovalutata città ) e lo farò   in questa mia rubrica IL FISCHIETTO. In sintesi darò ad ognuno di detti spettacoli il mio personale voto/fischio suddividendo i fischi positivi da 1 a 6 e quelli negativi da 5 a 0.  Spero nella tolleranza dei miei pochi o tanti lettori !

IL RIGORE CHE NON C’ERA -  Lo spettacolo, come ne fa riferimento il titolo, era  incentrato  sullo sport ed in particolare sul “calcio”. Di questo ci ha prevalentemente “narrato” con i suoi bravi compagni (un attore maschio, un pianista ed una cantante) Federico Buffa qualificato – un po’eccessivamente – “il più grande storyteller  italiano”, un narratore.      Dire una storia, narrare con la voce,  è una grande arte (antica come la retorica) che è fatta appunto di voce e di dinamica corporea e soprattutto di intelligenza, ciò del sapere “intelligere”, entrare dentro il testo.
          E’ lo stesso Buffa che ha dichiarato:  l’idea, la scrittura e la regia sono di Marco Caronna .   Il testo è un racconto di personaggi ed avvenimenti soprattutto del mondo calcistico sudamericano, mondo calcistico in genere di cui confesso di sapere poco o nulla perché sinceramente non mi appassiona.    Nel testo e quindi nella narrazione/interpretazione di Buffa vi sono poi accenni alla storia di Nelson Mandela , di Billi Holliday  la cui musica/canto proposta con sensibilità dalla cantante del gruppo che (per colposa mancanza del solito programmino di sala)  non so come si chiama. Poi ancora sport con il ricordo del cestista statunitense James LeBron e poi saltando al Perù per raccontare  il genocidio del popolo Inca da parte del cattolicissimo condottiero spagnolo Francisco Pizarro. Infine finire con la luna.  Un mosaico di momenti di vita un po’ poco interessanti per uno come me (ma non per i tanti giovani spettatori informati e partecipi) e un po’ troppo slegati fra di loro e superficiali, ma riscattati dalla bravura narrativa di Francesco Buffa e dei sui compagni . Infine tengo a segnalare gli straordinari effetti di illuminazione del palco: colonne di luce come quelle non le avevo mai viste.  Gli applausi  sono stati calorosi e prolungati con ripetuti chiamate in scena .                                                                                                                                                              VOTO 8 (otto)    

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