Recensire lo spettacolo “il Maestro e la
Margherita” messo in scena dal Teatro Stabile
dell’Umbria la sera di Venerdì 4 Genn. 2019
nel nostro Teatro Toselli non è
facile. Il famoso testo di Michail Bulgakov è di non facile interpretazione
anche se è stato detto che “«per
originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la
letteratura mondiale». Dalla sua lettura appare palese, anche per il periodo
(anni 1929-1940) e per il luogo ove è stato scritto e non pubblicato fino al
1967 (la Russia sovietica di Stalin), che il Maestro e la Margherita volesse essere
una metafora del vissuto del suo autore. Scrive Wikipedia : “La trama è incentrata sulle persecuzioni
politiche inflitte a uno scrittore e drammaturgo (definito il
"Maestro") da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, sul suo amore con Margherita Nikolaevna, e sul suo
riscatto grazie a una visita del Diavolo nell'Unione Sovietica atea di quel tempo; alla sua storia s'intreccia parallela
quella del processo evangelico al Messia e di Ponzio Pilato, vicende che sono anche oggetto di un contestato
lavoro teatrale del Maestro.”
Da questa trama sono state tratte diverse pieces cinematografiche e teatrali e quella proposta sul nostro palcoscenico con
una riscrittura di Letizia Russo e la regia di Andrea Baracco, non mi è parsa convincente a far ridere e a far
piangere come prometteva il regista
Andrea Baracco, anche perché – per dirla tutta – “il Maestro e la Margherita”
non è un libro che si presta ad essere sceneggiato.
La profonda allegoria mistico-religiosa, in parte
mordente satira socio-politica non solo della Russia Sovietica ma anche della
superficialità e vanità della vita moderna in generale che in genere si
vogliono vedere nel testo di Bulkanov sono state infatti soverchiate da una recitazione barocca (alla
Carmelo Bene direi) in cui ha primeggiato Michele Riondino (Woland-Satana) ben
coadiuvato da una compagnia numerosa e ben affiatata, coinvolta in una serie di gags, fra cui anche
alcune di nudo femminile, ma pur sempre
fine a se stesse.
Chi non
abbia letto e meditato il libro non so cosa abbia capito dalla sua
rappresentazione teatrale, peraltro non autentica, e mi domando ancora una
volta a proposito del teatro sperimentale che cosa si è voluto comunicare al
pubblico e cosa lui ha recepito ? Ma
forse mi sbaglio: tutto è soltanto burla
di cui il pubblico deve essersi divertito tanto furono calorosi gli applausi, punteggiati
anche da giovanili gridolini , e le
ripetute chiamate al proscenio degli attori visibilmente gratificati.
FISCHIO
NEGATIVO 5 (cinque ) PUNTI
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