Quando entro nel Filatoio di Caraglio rimango
sempre colpito della grandiosità di quelle mura già piene di attività e poi per
tanto tempo addormentate. Il mio
pensiero e ricordo va a Fabrizio Pellegrino, il nostro Oscard Wilde di
provincia che queste mura ha risvegliato e, con innegabile capacità, riportato a vivere una nuova vita. La attività di questo moderno polo culturale della nostra
provincia l’abbiamo vista fiorente nei suoi primi anni per iniziative culturali
forse anche un pò troppo costose ma
di innegabile prestigio, poi languente dopo una serie
di traversie amministrative
ed ora pare riprendere vita, sempre solitaria ma di prestigio.
Martedì 1° Maggio 2018 sono stato a vedere la
mostra di arazzi del XX secolo
della manifattura Scassa di Asti
denominata MURAL NOMAD, in corso dal 30 Marzo al 17 Giugno 2018. Il sottotitolo della mostra è “da
Corrado Cagli a Andy Warhol”
giacchè i soggetti degli enormi arazzi realizzati dal Geom. Ugo Scassa
(1928-2017) nella sua manifattura di Asti hanno come soggetto opere pittoriche,
che nella mostra del Filatoio, portano i prestigiosi nomi di Corrado Cagli ,
Giuseppe Capogrossi, Ezio Gribaudo, Henri Matisse, Vasiliy Kandinskij , Emilio
Tadini, Max Ernst, Paul Klee, Umberto Mastroianni, Joan Mirò, Luigi Spazzapan ,
Felice Casorati , Andy Warhol, e due straordinari progetti-quadri dell’Architetto Renzo Piano.
Ho voluto nominare tutti gli autori esposti
perchè vorrei invitare, chi mi
legge, ad andare a vedere questa
autentica pinacoteca dell’arte del XX secolo. La straordinarietà di questa
mostra è la possibilità data dall’arazzo di ingigantire, zoomare, l’opera
originaria mantenendone valida la struttura ed il colore ed insieme dare al
tutto una consistenza resistente
nel tempo. Infatti come è noto
“l’arazzo è una forma di arte tessile che si pone a metà strada tra l'artigianato
e la rappresentazione artistica. Tecnicamente è un tessuto a dominante di trama
(poiché a lavoro finito l'ordito non si vede) realizzato a mano su un telaio e
destinato a rivestire le pareti. Solitamente di ampio formato, rappresenta
grandi disegni molto dettagliati (ed i colori di quelli di Scassa sono straordinari nella loro policromia
insieme splendente e sfumata.
N.d.a.). Il disegno preparatorio,
o cartone, di un arazzo veniva realizzato da un pittore, anche di una certa
fama: il risultato finale dipendeva dall'abilità dell'artigiano incaricato
dell'esecuzione. Il termine italiano "arazzo" deriva dal nome della
città francese di Arras, dove, nel Medioevo, venivano prodotti i migliori
arazzi. Oggi viene impropriamente usato per indicare vari manufatti che si
appendono ai muri realizzati con tecniche differenti come: il mezzo punto, il
telaio Jacquard, il ricamo. ( (da Wikipedia) ”.
L’arazzo in Francia dove è nato nel ‘700 viene anche detto “tapisserie” che per
me suona “tapis” = tappeto, ma anche “tappezzeria”. In effetto l’arazzo è
essenzialmente fatto per ricoprire le grandi pareti, renderle più calde e
decorarle. Il Geom Scassa in un
video (opportunamente proiettato alla mostra del Filatoio) racconta con
orgoglio di aver decorato (per invito ed appoggio del pittore Corrado Cagli) i
grandi saloni delle navi “Leonardo da Vinci”, la “Raffaello” e la
“Michelangelo”, orgoglio delle nostra flotta civile negli anni 1960. E così gli arazzi di Scassa
incominciarono ad essere “nomadi” portando , e quindi facendola conoscere in
tutto il modo, l’arte italiana, pittorica ed artigianale. Viaggiando,
viaggiando sono arrivati anche al Filatoio di Caraglio dove meritano la visita.
Con l’occasione si potranno anche vedere le
opere di “IDENTITÀ DIFFORMI “ (così si definisce la mostra) dei giovani
allievi- artisti del Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo : in generale si tratta di arte astratta,
ma non solo: tutte di buona fattura e rappresentative di creatività e studio,
merito anche di un buon insegnamento.
A.S.
FISCHIO
CON LODE 9 (NOVE) VOLTE
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